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Procrastinazione

Procrastinazione

Chi di noi, almeno una volta nella vita, non ha posticipato un’attività molto noiosa o un impegno spiacevole? A tutti è capitato di rimandare impegni o scadenze, a volte perché siamo troppo pieni di cose da fare e da tenere a mente e non riusciamo a far fronte a tutte le incombenze della quotidianità.

Tuttavia, quando parliamo di procrastinazione dobbiamo considerare qualcosa di più complesso del semplice “rimandare ciò che c’è da fare”.

Procrastinare non vuol dire solo essere pigri

La procrastinazione non ha nulla a che fare con la sola pigrizia o con la mancanza di motivazione o di entusiasmo (anche se a volte anche questi aspetti sono presenti). Ѐ è la tendenza insopprimibile a rimandare a un domani che non arriva mai qualunque evento o attività che causa una sensazione interna di malessere.

Come molte strategie basate sul meccanismo dell’evitamento la procrastinazione è una strategia “miope”.

  • Nel breve termine, quando l’impegno o il problema viene posticipato, la persona sperimenta un senso immediato di sollievo con diminuzione dello stato di preoccupazione o ansia precedenti.
  • Nel lungo termine, diventa un problema invalidante perché impedisce di organizzare, pianificare e agire: il rischio è che la persona che continua a procrastinare non riesca mai a portare a termine nulla.

Se nel breve termine la procrastinazione può generare un guadagno nella mente (dovuto alla diminuzione delle tensioni interne) nel lungo periodo invece può diventare tossica: chi usa questa strategia non di rado sperimenta la perdita o la fatica nel mantenimento del lavoro, la difficoltà nel compiere scelte, l’impossibilità di agire cambiamenti spesso necessari nella propria esistenza o nelle proprie relazioni.

Le radici profonde della procrastinazione

La procrastinazione è figlia della paura e ha almeno quattro sorelle e fratelli:

Tutte queste strategie si fondano sull’evitamento e lavorano in sinergia, ognuna a modo proprio, per tenere la mente lontana dalla paura. Non di rado sono paure che arrivano da lontano, da un tempo in cui la mente era ancora bambina.

Quali paure si nascondono dietro alla procrastinazione e all’evitamento?

Nella stanza della terapia la paura, come un metamorfo, può assumere tante forme diverse:

  • C’è chi ha paura del fallimento e dell’abbandono conseguente.
  • C’è chi ha paura di non meritare la felicità o il successo.
  • C’è chi ha paura delle conseguenze delle proprie scelte.
  • C’è chi ha paura di deludere o di deludersi.
  • C’è chi ha paura di scegliere come forma di protesta silenziosa.

Se una persona evita di prendere decisioni, evita di confrontarsi con tutta una serie di vissuti negativi che riguardano se stessa e gli altri. Vive dentro un bunker, al riparo da ciò che più teme, senza però rendersi conto che questo spazio difensivo diventa sempre più grande e che la libertà di essere e di agire diviene sempre più piccola.

Come uscire dalla procrastinazione?

L’antidoto alla procrastinazione non è insistere e spingere a fare, ma portare la persona che la sta vivendo a fare amicizia con se stessa in tutte le proprie parti: in questo modo, un po’ alla volta, potrà prendersi cura della propria fragilità e delle proprie ferite, allentando quella paura che tiene tutto fermo.

Se stai leggendo queste parole magari hai già iniziato a soffrire le conseguenze della procrastinazione. E se fissare un incontro fosse la volta buona in cui decidi tu cosa fare e non rimandi?

Se vuoi capire meglio la tua storia, possiamo iniziare a dare voce ai tuoi perché con un primo colloquio psicologico, dove troverai un ascolto aperto e non giudicante.

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