La dipendenza affettiva
La dipendenza affettiva
Le persone con tratti di dipendenza affettiva, o con un vero e proprio Disturbo Dipendente di personalità, sono persone che hanno un bisogno estremo, che và ben al di là della fisiologica e del tutto umana necessità di un legame affettivo, di restare dentro un rapporto di coppia.
Sintomi della dipendenza affettiva
Le persone con questo tipo di caratteristica, molto spesso di sesso femminile, sono persone che si annullano totalmente nel rapporto di coppia, che sia amoroso o più spesso affettivo in senso lato. Estremamente compiacenti ed accondiscendenti con gli altri tanto da trascurare i propri bisogni per soddisfare quelli degli altri, sono in difficoltà nel prendere decisioni autonome o nello scegliere per sé. Terrorizzate dal perdere l’altro, farebbero qualunque cosa pur di non perdere il legame, spesso finendo per trascurare se stesse ed i propri bisogni e desideri.
La psicoterapia della dipendenza affettiva
I percorsi strutturati solamente attorno al cercare di recuperare maggiore autonomia, al cercare di cavarsela più da sole, al cercare di aumentare la propria autostima di solito tendono a seguire una parabola di rapido miglioramento e di altrettanto rapido relapse dello schema di funzionamento di base.
Questo succede perché nella terapia della dipendenza affettiva troppo spesso il fuoco dell’attenzione è sulla parola affetto e troppo poco sulla parola dipendenza.
Vivere nel riflesso di un altro, non fare mai le cose da sola, delegare, non prendersi responsabilità in prima persona, continuare a passare da una storia all’altra quasi affannosamente, il bisogno viscerale di un altro al proprio fianco non sono, infatti, altro che la propria personale dose di droga.
La dipendenza affettiva altro non è che una particolare forma di addiction.
Guarire dalla dipendenza affettiva
Come per tutte le altre dipendenze, il comportamento ha per la persona una funzione vitale. Garantisce la sopravvivenza psichica. Grazie al legame simbiotico con l’altro nel breve termine la persona non sente qualcos’altro. Grazie ad esso finalmente ci si sente bene, grazie ad esso ci si sente in controllo e con la mente ed il cuore in pace.
Se non si è mai sole non capiterà mai di sentire il proprio personale fantasma, il proprio mostro nel buio: la sensazione terrifica, simile alla sensazione mortale del panico, del vuoto in assenza dell’altro.
Sola, di solito, suona come smembrata.
Sola, di solito, è come se mancasse un pezzo.
Grazie alla simbiosi con l’altro la persona si sente di nuovo intera, completa. Può tirare un respiro di sollievo.
Non serve spingere l’acceleratore sull’indipendenza in prima battuta.
Serve lavorare sulla comprensione del perché funzioni così.
Serve lavorare per fare sentire per la prima volta la persona intera ed al sicuro nella propria pelle.
Letture utili
Per chi mastica l’inglese io consiglio sempre un grande classico sulle origini della dipendenza, che sia affettiva, da sostanze o da altro (alcol, cibo, internet, shopping…): “In the Realm of Hungry Ghosts” di Gabor Maté.
Due grandi classici di Psicologia tutta al femminile? Donne che amano troppo di R. Norwood e Donne che corrono coi lupi di C. Pinkola Estes