01 Feb 2021

Il Narcisista non è (solo) il Lupo Cattivo

narcisista psicologia

 

Premessa: qui non parlerò dei Narcisisti Sociopatici, ossia i Serial Killer anaffettivi e gli abusanti pericolosi socialmente. Questo tipo di persone ha in sè un tratto narcisistico, ma il vero pericolo è la loro totale  insensibilità al dolore provocato nell’altro dalle loro azioni, la manipolazione degli altri senza scrupoli, la mancanza di rimorso e di emozioni sociali quali ad esempio la colpa e la vergogna. 

 

Viviamo probabilmente nell’epoca più ad ampio spettro di competizione che l’umanità abbia mai conosciuto: ci chiediamo e ci viene chiesto di performare sempre, essere i migliori, quelli verso cui provare invidia o ammirazione, leader sempre e comunque.

I social rimbalzano false credenze su come dovremmo essere per essere felici ed apprezzati, ci si confronta in continuazione con milioni di altri che sembrano avercela fatta a differenza nostra. Le nostre immagini, il nostro viso, il nostro corpo sono continuamente sotto la lente di miliardi di occhi.

Ci sentiamo sempre in confronto a terzi, sotto riflettori puntati. Per sentirci meritevoli di esistere dobbiamo sentire di aver scalato la vetta della vita perfetta. Temiamo gli occhi degli altri, ma contemporaneamente li bramiamo.

L’imperativo globale è contendersi lo scettro per chi ha successo, è più bello, giovane, ricco ma senza ostentarlo, sensibile al sociale e risolto emotivamente ma sempre in forma fisicamente, maturi abbastanza ad impegnarci a due ma anche seduttivi e seducenti nei confronti degli altri.

Vivere nel fare ma sempre pronti a dispensare consapevolezze con cui ispirare gli altri

…Che dolore!

 

Questo articolo non sarà come “dovrebbe” essere…Perché nel DuemilaEqualcosa urlare “E’ colpa del Narcisista” è purtroppo diventato troppo di moda.

Fare diagnosi a caso di Narcisismo agli altri è diventato l’insulto perfetto sempre, la spiegazione perfetta sempre per tutte le disgrazie relazionali di noi altri che ovviamente non siamo affatto affetti dal peccato originale del Narcisismo.

Quello che invece oggi qui ti racconterò sul narcisismo non è quello che probabilmente ti aspetti di leggere. 

…Perché sul narcisismo vengono scritte decine di articoli divulgativi ma alle persone si insegna, purtroppo, spesso, solo a guardare il dito (quei comportamenti volti a sedurre e conquistare, il rincorrere spasmodicamente il successo, la tendenza ad attribuire agli altri le proprie responsabilità quando le cose vanno male ad esempio) perdendo di vista la luna nera che si cela dietro.

Tutti abbiamo in noi frammenti d’anima narcisistici.

Per quanto non sia probabilmente quello che molti si aspettano di leggere da questo articolo i Narcisisti non sono una specie diversa da tutti gli altri esseri umani.

Nessuno di noi infatti è privo di almeno un frammento d’anima narcisistica: ciò accade perché, essendo gli umani la specie mammifera che più di tutte ha un imperioso bisogno di costruire e di mantenere legami con i conspecifici per un tempo lunghissimo a causa dell’enorme quantità di tempo impiegata dal cervello per completare il neurosviluppo (circa 25 anni!), nessuno di noi può pagare il costo dell’esclusione dal branco.

Dalla storia dalla quale arriviamo essere esclusi dal branco equivaleva infatti a morte certa, perché soli e senza legami non si poteva sopravvivere ad un ambiente ostile pieno di predatori, di malattie, di fame, di calamità naturali.

Anche oggi la solitudine è fonte di intollerabile stress per il corpo umano, e, anche se non si muore più per i predatori, tanti cercano la morte come soluzione rapida e sollievo al dolore profondo di sentire di non appartenere, di non essere nella mente e nel cuore di nessuno.

E’ per questo che tutti abbiamo bisogno di piacere, abbiamo necessità di sentirci approvati ed apprezzati dagli altri.

C’è però una distinzione da fare tra tratti, tendenze e personalità narcisistica: è nella rigidità e nella costanza con cui la persona sacrifica il proprio Sè, i propri bisogni spontanei in nome della paura di perdere l’altro per la propria inadeguatezza.

Nel caso della personalità narcisistica non si parla più di maschere da indossare a seconda della occasione, con buona pace di Pirandello, ma di quello che in linguaggio tecnico si chiama “Falso Sè” (D. Winnicott).

Falso non perché simulato intenzionalmente, ma perché non libero, non spontaneo.

Il Falso Sè è quel modo di essere che più probabilmente piacerà agli altri, che diminuirà quindi la probabilità di sentire il dolore del rifiuto, della perdita legata a qualcosa di insufficiente nel Sè. 

La personalità narcisistica è quella in cui per difendersi dalla paura di essere rifiutati per ciò che davvero si è si impara cronicamente ad alienarsi a se stessi in modo da cercare di prevenire ulteriore sofferenza.

La paura della vergogna genera l’imperativo costante e continuativo a soffocare i propri desideri, ad inghiottire No che potrebbero far storcere il naso agli altri, a fare in modo di rendersi indispensabili e indimenticabili.

Doverosa precisazione: non è vero che il narcisismo riguarda solo gli uomini. E’ più tipico degli uomini il quadro stereotipato del gradasso, dell’arrogante, di chi tende a sopraffare gli altri.

E’ invece vero che è pieno di donne con spiccate tendenze narcisistiche o personalità narcisistica declinate nella versione più socialmente condizionata della brava bambina, della crocerossina, della figlia/compagna/lavoratrice perfetta, della persona che fa di tutto per tutti nel timore di scontentarli.

Come si origina il Narcisismo?

Del Narcisismo non si racconta mai il dolore più grande: la persona Narcisista è vittima e carnefice di se stessa.

La persona è intimamente sola ma non lo sente.
La vita emotiva è un deserto arido e non lo avverte.

Il senso di amabilità profondo è intimamente fuso con la capacità di fare: sarò amabile per quello che farò, per i risultati che avrò, se piacerò.

La vita diventa quindi una continua corsa ad ostacoli nell’inseguire mete sempre più irraggiungibili senza sentire il male che ci si fa nell’essere contemporaneamente un criceto dentro una ruota che gira impazzita e la mano che tiene la gabbia chiusa.
Tecnicamente questa modalità si chiama “deficit di accesso agli scopi”: un narcisista fa e fa sempre e fa ad alto livello, si alza continuamente da solo l’asticella da saltare.
È sempre in compagnia di due guardie del corpo ipervigili: il perfezionismo e l’autocritica.
Ma se chiedete alla persona: tu cosa vuoi? Ti piace quello che fai? La risposta è un silenzio assordante, un farfugliamento imbarazzato.
Anche se non esiste la famiglia standard dietro a questo tipo di persona non è raro incontrare genitori freddi sul piano emotivo, perfezionistici a loro volta, che vedono nei figli una proiezione di sé e li valorizzano positivamente solo se corrispondono alla loro idea di chi sia e di cosa faccia un figlio “bravo”.
Altrettanto spesso ci si trova ad ascoltare racconti in cui i figli si sentono visti solo quando performano bene in qualcosa mentre si sentono trascurati per tutto il resto del tempo: non sentono di catturare sguardi adulti nei propri aspetti teneri, in quelli buffi, per quelli bisognosi o spaventati, nei desideri spontanei privi di scopo se non il divertimento.
L’affetto spesso viene percepito dai figli come secondario al dovere, l’apparire prioritario all’essere.

Narcisismo e vita di coppia

Quanto più è rigido e predominante nell’anima, nella mente e nel cuore il meccanismo difensivo del Falso Sé quanto più anche la vita di coppia e di relazione adulta ne risente
Che sia attraverso l’uso di modi freddi e distanti, che sia attraverso un basso livello di ingaggio nella coppia, che sia attraverso una costante ricerca di compiacere o di sedurre il partner o più partner, che sia attraverso lo sforzo e l’abnegazione di sé chi ha in sé un’anima in larga parte o totalmente narcisista non si incontra mai davvero con gli altri in una dimensione intima.
Non succede perché nell’infanzia non ha mai potuto sperimentare una “sana dipendenza” in termini di attaccamento.
Nei modi che ha di stare con gli altri finisce sempre per confermare la credenza negativa su di sé che non può contare su nessuno, che non sarà apprezzatə per come è se si mostra apertamente.
Gli altri nella propria mente sono sempre figure giudicanti, critiche, distanti, mai in grado di fornire le cure e le attenzioni desiderate.
Per Di Maggio e Semerari è inoltre “tipico che l’immagine di sé debole, sofferente sia giudicata negativamente dal paziente stesso. L’aspettativa implicita è che chi è debole è sottomesso, chi chiede aiuto diventa schiavo“.
Il Narcisista e l’Evitante sono per molti versi due facce della stessa medaglia, due comportamenti opposti dietro lo stesso problema: l’impossibilità a stare con i propri aspetti di Sé veri, con i difetti, con le imperfezioni. Da una parte faccio, cerco conferme, divento leader. Dall’altra mi eclisso, mi nascondo, sogno di essere leader.

L’uscita dal Narcisismo in Terapia

narcisista terapia
E’ fin troppo facile finire per chi è Terapeuta farsi incantare e stregare dalla loro grandiosità e bravura finendo per ammirarli ed invidiarli noi stessi.
E’ fin troppo facile entrare in dinamiche di rabbia ed agonismo per il ruolo di paziente che faticano a tenere se non sono loro a condurre il gioco.
E’ fin troppo facile finire per prendere insieme il tè delle cinque ammirandosi vicendevolmente.
È  fin troppo facile annoiarsi tutto il tempo perché il racconto manca di emozioni, di desideri ed è tutto un cercare di rimandare anche al Terapeuta una immagine di sé perfetta.
A volte è difficilissimo anche per noi sentirne il dolore di vivere, il bisogno di aiuto profondo, la fragilità sotto strati nascosti anche al loro stesso animo.
Ma lì è il cuore della terapia: insegnare a quella persona a suonare le corde dell’umana compassione per la propria finitezza e fallibilità senza vergogna e senza evitamento.
Insegnare a proteggersi con sollecita amorevolezza da situazioni che potrebbero fare sentire vincenti ma avere dei costi emotivi insiti rilevanti.
Insegnare  a mettere confini quando necessario.
Insegnare a provare gentilezza ed ascolto anche per i desideri spontanei, non votati alla straordinarietà come un weekend in ciabatte o una passeggiata per il gusto di farlo.
Aiutare  a sentirsi per guidarsi.
Aiutare ad aiutarsi a scegliere i sogni da seguire e quelli da tenere nel cassetto.

In bilico tra Icaro e Narciso

La malattia cronica di cui soffre l’anima Narcisista è la malattia della Grande Vita (cit. Semerari): l’aspirazione incessante all’infinito ed oltre nella convinzione drammatica che solo arrivando a toccare il Sole allora ci si sentirà qualcuno senza avere però la lungimiranza auto protettiva di sapere che a giocare con il Sole si finisce di regola bruciati.

La vita di queste persone è tutta un ricercare incessante negli occhi degli altri specchi che possano rimandare le conferme desiderate e un continuo salto in alto verso un di più, verso un meglio, verso un obiettivo sempre più alto per sentirsi finalmente quell’abbastanza di cui si ha un bisogno profondo, almeno per un istante.
Ora che ti ho raccontato questo vedi ancora quel tipo di persona con gli stessi occhi di prima?
Ti riconosci invece in questo articolo e vuoi un colloquio? Contattami per un primo appuntamento!
Aggiornato 26 luglio 2024

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Agnese Fiorino

Agnese Fiorino

Mi chiamo Agnese Fiorino. Sono una Psicologa, una Neuropsicologa ed una Psicoterapeuta. Mi occupo di affiancare in un cammino dentro l’anima coloro che vogliono darsi la possibilità di provare a trasformare la vita che hanno in quella che desiderano. Conosciamoci meglio

2 Commenti

  1. Alice Vacca

    Buon giorno dottoressa quanto prende per un consulto online?

    Rispondi
    • Agnese Fiorino

      Salve Alice trova sul sito i prezzi delle diverse prestazioni terapeutiche. Resto disponibile via mail o telefonica per ulteriori eventuali necessità. Buona serata!

      Rispondi

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